Realizzazione sito - Beppe Petrullo                                                                                                                                                                    Articolo Scritto da Maristella  Dilettoso

 
 

 

 

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                                                     Montecerignone e Randazzo si incontrano

In nome del Beato Domenico Spadafora

(Domenico, frate domenicano beato che unisce Randazzo e Montecerignone)

Cosa potrebbero mai avere in comune Montecerignone, nel cuore dl Montefeltro, e Randazzo, sulle pendici dell’Etna, sì da intensificare i loro rapporti, fino a stipulare l’atto di gemellaggio? Ad unirle è il beato Domenico, frate domenicano  e teologo di notevole spessore, che proprio tra le due città aprì e concluse la sua parabola terrena.

Domenico Spadafora, nato a Randazzo, nel 1450, da un illustre casato,  fece il Noviziato e la Professione  a Palermo, a S. Zita, compì gli studi a Perugia e a Padova, conseguì, nel 1479, il grado di Baccelliere in Sacra Teologia, finché non venne inviato nel Montefeltro, a fondarvi una comunità di frati. Vi rimase 30 anni, operando il bene, fino al giorno dela morte, il 21 dicembre 1521 I suoi resti mortali riposano oggi nella chiesa di S. Maria in Reclauso, oggetto di un culto inalterato nel tempo, rinforzato da grazie e miracoli. Nel 4° centenario dalla morte, il 14 gennaio 1921, Benedetto XV, lo elevava agli onori degli altari con il titolo di Beato. 

I rapporti fra Montecerignone e Randazzo sono iniziati nel febbraio 2004, quando il parroco di Montecerignone, il polacco don Cristoforo Bialowas, nell’intento di riprendere il processo di santificazione, si è mosso infaticabilmente cercando atti, testimonianze, e visitando i luoghi toccati in vita dal beato, primo fra tutti Randazzo. Ad aprile, è stato il sindaco del tempo, Michele Maiani, a visitare Randazzo, ricevuto dalle autorità cittadine, mentre nei giorni successivi le due amministrazioni deliberavano l’atto di gemellaggio, espressione di due comunità diverse, ma accomunate dalla volontà di poter un giorno celebrare insieme la santificazione di un sì illustre concittadino. Subito dopo, a maggio, Randazzo accoglieva un gruppo di pellegrini cerignonese, ma il 12 settembre, alla solenne festa del beato Domenico, erano presenti lassù a Montecerignone oltre 50 randazzesi, con in testa il sindaco Salvatore Agati e l’Arciprete Mons. Vincenzo Mancini, per partecipare alla concelebrazione ed alla processione. E ancora, nell’ottobre scorso, i sindaci delle due città, unitamente al parroco ed al principe Spadafora, erede del beato, sono stati ricevuti a Roma dal Sommo Pontefice Giovanni Paolo II.

Dopo la reliquia del beato Domenico donata alla basilica di S. Maria di Randazzo, un altro, significativo tassello, nei rapporti tra le due comunità, è stata la visita di quattro giorni di una delegazione di Montecerignone,   composta, fra l’altro, dal sindaco Davide Giorgini, dal vicesindaco Calisti, dal Presidente della Comunità Montana del Montefeltro dott Maiani. Gli ospiti, ricevuti ufficialmente nella residenza municipale, nella mattinata di sabato 25 giugno, hanno poi visitato alcuni dei luoghi culturalmente più significativi della cittadina etnea, l’Etna ed altre bellezze paesaggistiche dei dintorni. Il prossimo appuntamento è per settembre, al santuario del beato Domenico, per celebrarne ancora la festa

Maristella Dilettoso

(La Voce dell’Jonio, n.14 del 24.07.2005)